Strategia
18/12/2024

Comunicare la sostenibilità: con strategia e buone prassi, il semaforo è... verde

  • Comunicare la sostenibilità non solo migliora l’immagine del brand, ma crea un legame autentico con consumatori e stakeholder, sempre più attenti all’impatto ambientale e sociale.
  • Nel farlo è importante essere trasparenti, dimostrando con i dati gli obiettivi prefissati e i risultati raggiunti.
  • La comunicazione della sostenibilità è più efficace se veicolata da storie avvincenti. La buona notizia è che sono molteplici i canali e gli strumenti a disposizione.
  • Adottare e comunicare pratiche sostenibili sblocca opportunità di nuove collaborazioni con aziende che condividono valori simili, creando ecosistemi di business più solidi e responsabili.
  • Non esistono ricette universali su come parlare di sostenibilità: il consiglio è di essere creativi e allargare la platea di riferimento. 

Un sforzo collettivo

La sostenibilità è un gioco di squadra e uno sforzo collettivo. Quante volte lo hai sentito ripetere? Tante, verosimilmente. Del resto, è effettivamente così. Anche le aziende possono (e devono) dare il loro contributo nella transizione verso uno sviluppo più sostenibile, adottando pratiche virtuose che minimizzino l’impatto ambientale e sociale delle proprie attività.
Queste azioni devono, però, essere comunicate bene, per avere una ricaduta concreta sulla collettività e, di conseguenza, rafforzare il brand. Raccontando in modo trasparente e coinvolgente gli impegni presi e i risultati ottenuti, un’azienda si mette in connessione con una platea di clienti e stakeholder sempre più responsabili. Approfondiamo, allora, il legame virtuoso che esiste tra comunicazione e sostenibilità, tra azione e racconto, tra brand e collettività.

Perché comunicare la sostenibilità

Un’azienda che riesce a raccontare le proprie attività sostenibili, dalle scelte di fondo alle iniziative specifiche, non solo rafforza la propria reputazione. Crea anche un legame autentico con il pubblico, che è sempre più attento all’impatto sociale e ambientale delle sue scelte.
Non bisogna, quindi, limitarsi a fare delle buone azioni: bisogna anche comunicarle al meglio. Per questo, la comunicazione deve essere concepita come parte integrante del percorso di sostenibilità. Anche perché raccontare le azioni virtuose, i propri valori e obiettivi, può diventare un’occasione per coinvolgere tutti gli stakeholder. Ovvero:

  • i dipendenti, attraverso progetti di comunicazione interna;
  • clienti, fornitori o partner strategici, tramite eventi, promozioni e campagne dedicate;
  • investitori, con la rendicontazione non finanziaria;
  • la comunità, mediante iniziative con una ricaduta in ambito locale.

Dici comunicare la sostenibilità e pensi subito al bilancio di sostenibilità. In realtà, i canali a disposizione sono molteplici: dal sito web al magazine aziendale, dai social a newsletter mirate. Analogamente, vi sono vari strumenti per comunicare la sostenibilità in modo efficace: infografiche e un uso sapiente dello storytelling e del brand journalism possono valorizzare le azioni virtuose fatte in azienda. L’importante è essere trasparenti e coinvolgenti nel racconto delle azioni adottate e dei risultati concreti raggiunti.

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Cosa s’intende con il termine sostenibilità

Giunti a questo punto, apriamo una breve, ma utile parentesi. Quando parliamo di sostenibilità, non ci riferiamo solo all’ambiente. Gli ambiti sono tre, racchiusi nell’acronimo ESG: Environmental (ambiente), Social (sociale) e Governance (gestione dell’organizzazione).
Ogni attività economica produce delle esternalità, ovvero un insieme di ricadute, positive o negative. L’idea di sviluppo sostenibile è spostare la polarità verso il segno più, comunicando al tempo stesso quello che si sta facendo per stimolare dei contagiosi circoli virtuosi.
Per i brand, adottare (e comunicare) pratiche sostenibili rappresenta un’opportunità concreta per creare nuove partnership strategiche. Infatti, le aziende che rispettano questi valori tenderanno a stringere delle collaborazioni più solide con chi condivide tale vision. Ad esempio, le grandi maison della moda da anni stanno chiedendo ai loro fornitori di rispettare dei precisi standard ecologici. In questo modo, stanno di fatto contagiando con una visione più green interi settori, che erano più refrattari al cambiamento. Del resto, oggi, le imprese più avanzate operano sempre più in un’ottica di ecosistema e queste collaborazioni diventano fondamentali.

Non è un “gioco” riservato ai grandi

Essere sostenibili aumenta anche l’accessibilità ai finanziamenti. Il sistema bancario e finanziario valuta sempre di più la sostenibilità nei rating aziendali, offrendo alle imprese più virtuose migliori opportunità di credito e di investimento.
Le normative europee stanno allargando sempre più la platea di aziende obbligate alla rendicontazione non finanziaria, che tiene conto non solo di criteri economici, ma riporta anche azioni, strategie e risultati che dimostrano l’impegno in ambito ESG dell’azienda. Al momento solo le grandi imprese quotate e con più di 500 dipendenti sono tenute a redigere questo tipo di bilanci, ma dal 2025 l’obbligo si estenderà anche a tutte le aziende quotate e grandi aziende con almeno 2 delle seguenti caratteristiche: 

  • un attivo patrimoniale superiore a 25 milioni di euro;
  • oltre 250 dipendenti;
  • ricavi superiori a 50 milioni di euro.

Dal 2026, toccherà anche alle Pmi quotate, che però saranno obbligate a fare dei report più semplificati. Meglio, quindi, farsi trovare pronti e costruire per tempo il proprio percorso verso la sostenibilità.

Un caso di studio. L’economia circolare? Una favola!

Abbiamo, dunque, visto che per comunicare la sostenibilità in modo efficace è importante essere originali, come testimonia un caso di studio che ci riguarda. Nel 2007, Agno Chiampo Ambiente, società a capitale pubblico che si occupa della gestione del ciclo integrato dei rifiuti in 23 Comuni dell’Ovest vicentino, si è rivolta ad Hassel Omnichannel.
L’ente aveva necessità di raggiungere le nuove generazioni per diffondere la cultura dell’economia circolare. Li abbiamo supportati in questo percorso che ha portato alla realizzazione di una favola illustrata, Paolino di Riciclandia, rivolta a un pubblico di bambini. Il volume è stato un successo, perché è riuscito a coinvolgere la maggior parte delle famiglie presenti sul territorio servito dall’ente.
A distanza di qualche anno, Agno Chiampo Ambiente ha deciso di proseguire il percorso, adattando questa comunicazione ad altre fasce d’età. Così, nel 2016, è arrivato Paolino di Riciclandia – Il ritorno di quelli di Lercio, destinato agli alunni della scuola primaria. Poi è toccato agli studenti delle secondarie con Paolino di Riciclandia 3 – Fuga dai robot (2018) e a quelli delle superiori con Paolino e la missione circolare (2023).
Il progetto ha coinvolto, nel corso degli anni, centinaia di bambini e ragazzi degli istituti di ogni ordine e grado e il progetto è stato premiato da Legambiente con due menzioni speciali in occasione del Forum Rifiuti Veneto. Ciò ha contribuito a consolidare l’autorevolezza del brand sul territorio di riferimento e a divulgare i valori ai giovani e alle loro famiglie.

Comunica anche tu la sostenibilità

La comunicazione della sostenibilità, insomma, non è un mero esercizio di marketing, ma una parte integrante del percorso aziendale. Un modo per condividere i valori di un brand con i clienti e tutti gli altri stakeholder, dai dipendenti ai fornitori, fino agli investitori.Alcuni sono tenuti a farlo, ma tutti possono decidere di farlo. Anche in modo originale e creativo, come abbiamo visto. L’importante è essere autentici, trasparenti e coinvolgenti, finanche emozionanti. Sì, lo si può fare anche con numeri e dati: comunicare per credere.

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