Le Public Relations diventano digitali“La comunicazione elettrica non sarà mai un sostituto del viso di qualcuno che con la propria anima incoraggia un’altra persona ad essere coraggiosa e onesta”. Si potrebbe riassumere così, con le parole di Charles Dickens, il ruolo delle Digital PR nel pieno boom della comunicazione social. Le pubbliche relazioni hanno infatti vissuto un momento di rivoluzione totale con l’avvento del digitale. Un nuovo mondo connesso e social, in cui i brand hanno dovuto imparare a raccontarsi in maniera differente. Potendo sfruttare tutti i canali a loro disposizione con una strategia omnicanale. Dovendo, però, affrontare la relazione più reale e delicata che esista: quella con i loro utenti. Ma facciamo un deciso passo indietro e partiamo dall’inizio.Digital PR: cos’è e come nasceNon è semplice dare una definizione di questa attività. Quindi, per prima cosa, sezioniamo la parola “Digital PR” nelle sue due componenti, prendendole in esame singolarmente. Partiamo dalla base.
L’esempio perfetto di questa evoluzione è il ruolo dell’ufficio stampa. Dalla relazione con i media tradizionali, giornali e TV ad esempio, è passato a confrontarsi con un mondo fatto di rapidi e taglienti tweet. O con influencer, talvolta anche con follower decine di volte più numerosi della tiratura di molte testate, o dello share medio di un programma tv.
Un passo oltre che ha portato la formazione di nuovi ruoli ibridi tra comunicazione e marketing, soprattutto digitale. Ma anche e soprattutto nuove prospettive di relazione tra il brand e il suo pubblico di riferimento.
Il fulcro della digital PR sta, quindi, nella possibilità di instaurare una relazione reale con il proprio pubblico di utenti, o buyer personas. Si tratta di un rapporto bidirezionale. Si offrono contenuti interessanti e informativi, distribuiti con un’ottica omnicanale, in cambio di recensioni e feedback, ma anche e soprattutto di fidelizzazione dell’utenza. Ma quali sono i canali migliori da utilizzare? Dipende dalla strategia comunicativa e di marketing del brand, ma anche dalla sua natura e dai prodotti e servizi offerti. Eccone alcuni esempi:
Sono molteplici, quindi, i canali che i brand possono sfruttare per diramare il proprio messaggio o per incanalare le proprie campagne. L’aspetto fondamentale alla base rimane, però, l’adozione di una strategia omnicanale. Per sfruttare questi canali, veicolando messaggi anche eterogenei a livello di tono di voce, ma guidati da una regia attenta ai bisogni del target.
Per poter essere efficace una strategia di digital PR deve partire da uno screening delle necessità del brand. Questo permette non solo di sviluppare la strategia omnicanale, ma anche e soprattutto di individuare gli indicatori essenziali per valutarne l’efficacia e per eventualmente adottare dei correttivi. E poi? Poi si passa all’azione, che comprende alcune attività essenziali. Tra queste:
Assume grande rilievo anche una buona gestione dei servizi di assistenza e post vendita attraverso i canali ufficiali o con un raffinato lavoro di community management. Da non dimenticare è, infine, il monitoraggio della rete. Come? Attraverso strumenti di social listening, utili per carpire le opinioni riguardo a un determinato prodotto, servizio, progetto o evento.
A questo punto si ritorna alla citazione di apertura. Tra le parole citate da Dickens ce n’è una, in particolare, che vale la pena approfondire: onestà. Il rapporto tra il brand e i suoi utenti va gestito con la giusta trasparenza. Aspetto importante per la stessa natura dei canali in cui viene gestita la comunicazione, soprattutto a livello di social media.