Hai mai pensato di usare l’intelligenza artificiale per far crescere la tua azienda o il tuo business? Questa prospettiva ti incuriosisce o ti fa paura? In questo articolo facciamo chiarezza sui concetti chiave dell’IA (in inglese AI, da Artificial Intelligence), analizzandone i vantaggi, specie in un’ottica omnicanale, ma anche le sfide e le implicazioni etiche che essa comporta.
Ormai viviamo sommersi da un mare di dati e siamo chiamati a operare a ritmi sempre più serrati. In un contesto del genere, l’intelligenza artificiale per le aziende può diventare un alleato prezioso. Per gestire l’enorme volume di informazioni e riuscire a snellire e velocizzare i processi produttivi, svolgendo in pochi secondi azioni che, altrimenti, richiederebbero ore. Così si riesce ad accelerare la crescita economica, liberando le risorse umane dai compiti più ripetitivi per impiegarle in quelli a più alto valore aggiunto. L’intelligenza artificiale è ormai parte integrante del nostro quotidiano, per cui è sempre più importante saperla padroneggiare per ottenere dei vantaggi competitivi dal suo utilizzo.
L’intelligenza artificiale è da tempo un trend topic, in Italia e nel mondo, e siamo in piena fase espansiva. È, insomma sulla bocca di tutti: ma che cos’è l’intelligenza artificiale? È un sistema informatico in grado di simulare l’intelligenza umana attraverso una serie di funzioni matematiche che gli permettono di fare previsioni, identificare oggetti, interpretare testi o discorsi. I sistemi di intelligenza artificiale imparano a eseguire questi compiti elaborando, tramite algoritmi, enormi quantità di dati, nei quali vengono individuati dei pattern e delle relazioni su cui si basano i loro processi decisionali1.
La peculiarità dell’IA è quella di prendere decisioni tramite delle valutazioni di tipo probabilistico basato sull’enorme quantità di dati che ha elaborato nella fase di machine learning. L’intelligenza artificiale non può pensare in modo indipendente, né tanto meno è in grado di formulare opinioni personali. È in grado, tuttavia, di migliorare le proprie prestazioni nel tempo, adattandosi alle nuove informazioni e situazioni che si trova ad affrontare nel corso del suo utilizzo.Il principale problema legato all’IA inizia quando i contenuti con cui viene addestrata contengono dei bias, ovvero pregiudizi e valutazioni distorte, che il sistema rischia di interiorizzare. Anche se, nella fase di sviluppo, si cerca di porre dei correttivi, questi non eliminano completamente questo fenomeno, che può portare a risultati distorti2.
L’IA è già tra noi. Basti pensare agli assistenti vocali che abbiamo installati nei nostri smartphone o ai veicoli a guida autonoma. Tutte queste innovazioni stanno, di fatto, rivoluzionando la nostra vita quotidiana e hanno delle ripercussioni anche nel mondo del lavoro. Sono, infatti, tantissime le applicazioni dell’intelligenza artificiale nelle aziende. Qualche esempio?
Questi sono solo alcuni esempi: l’elenco non si esaurisce certamente qui. Questa nuova e rivoluzionaria tecnologia ha, infatti, innumerevoli settori di applicazione, tra cui il marketing e la comunicazione.
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L’intelligenza artificiale trova molte applicazioni anche nel marketing e nella comunicazione. Un primo esempio è offerto dalla marketing automation, ovvero la possibilità di automatizzare alcune attività di marketing ripetitive, come l’invio di e-mail o la gestione delle campagne pubblicitarie. L’IA aiuta anche a livello di segmentazione avanzata dei clienti, che deriva dall’analisi di grandi quantità di dati. Ciò permette d’identificare segmenti di pubblico sempre più specifici, personalizzando le comunicazioni in base a preferenze, comportamenti e interessi. Non finisce ovviamente qui. Tra gli altri possibili ambiti d’intervento, troviamo:
Siamo, come detto, in una fase espansiva dell’intelligenza artificiale e, dunque, la panoramica è inevitabilmente parziale. Già così consente, però, di avere un’idea di quanti vantaggi competitivi l’IA offra alle aziende. Consentendo di velocizzare il lavoro, conoscere meglio i clienti e aumentare l’efficienza dei contenuti e delle campagne a pagamento. Inoltre, con la sua capacità di analisi predittiva, può aiutare a prendere delle decisioni più ponderate in molti altri ambiti.
Parlando di intelligenza artificiale, le aziende hanno, insomma, un grande asso nella manica. È una tecnologia in rapida evoluzione che sta trasformando il nostro mondo, creando nuove opportunità e ponendo nuove sfide alle imprese, grandi e piccole. Ignorarla non conviene: il rischio è di perdere terreno nei confronti dei competitor. Si tratta, piuttosto, di comprenderne i principi e le implicazioni. In questo senso, per sfruttare al meglio l’IA, è necessario investire nella formazione e non pensare all’intelligenza artificiale come a una “bacchetta magica” che risolve tutto, bensì come a una preziosa risorsa di processo. Come? Per esempio dotandosi di una strategia omnicanale data-driven, che sappia tenere conto dei pro e dei contro di ogni tipo di applicazione dell’IA.
Infatti, come per ogni altro strumento tecnologico, è fondamentale poterla controllare e indirizzare sulla base dei propri obiettivi e non subirla passivamente, sperando che si riveli una soluzioni miracolosa. Non bisogna neppure mistificare l’IA che, sicuramente, è uno strumento potentissimo, ma che ha ancora bisogno di una supervisione umana per la sua programmazione e per l’interpretazione consapevole dei risultati che produce. Il fattore umano è fondamentale e lo rimarrà ancora per molto tempo.
NOTE
¹ Per approfondire: AI Index Report 2024 – Artificial Intelligence Index, Stanford University
² Scopri di più sui bias dell’IA: Cos’è il bias AI?, IBM