Un universo digitale in 3D che raggruppa diversi spazi virtuali destinati a varie mansioni. Benvenuti nel Metaverso. Chi vi accede può interagire con altri utenti e con l’ambiente che li circonda in forma di avatar. All’interno del Metaverso è possibile svolgere attività che si possono eseguire nel mondo reale come partecipare a concerti ed eventi, viaggiare, creare oggetti e acquistare prodotti.
Il Metaverso si pone come un mondo immersivo, una sorta di evoluzione di Internet, reso possibile dall’integrazione di Realtà Aumentata, Realtà Virtuale e altri elementi come i video. Gli utenti possono accedere tramite visori 3D, ma alcuni Metaversi consentono l’accesso anche senza apparecchiature specifiche. Pur sviluppandosi nel digitale, il Metaverso ha la stessa struttura spazio-temporale dell’universo fisico. Tuttavia, la sua intangibilità permette ad alcuni settori, come quello delle scienze, di sfruttare questa caratteristica per operare in condizioni che non rispondono alle normali leggi della fisica.
Il Metaverso oggi è sulla bocca di tutti. Il termine è diventato una vera e propria parola d’ordine quando Facebook ha cambiato il proprio nome in Meta, nell’ottobre 2021.
Tuttavia, il concetto di realtà virtuale non è una novità di questo decennio. Una prima versione è stata descritta già negli anni ’80 da William Gibson, esponente del genere cyberpunk, in Neuromante. Nell’opera dello scrittore canadese, il Metaverso prende il nome di cyberspazio e viene descritto come un’insieme di realtà virtuali condivise dagli utenti e da altre entità. Nel 1992, Neal Stephenson utilizza per la prima volta il termine “Metaverso”. Lo fa in Snow Crash, romanzo di fantascienza, per indicare una replica virtuale del mondo reale nella quale gli utenti trovano rifugio dalla società post-democratica e possono interagire tra loro con degli avatar. Mentre il Metaverso prende piede nella letteratura e nel cinema con film come Matrix delle sorelle Wachowski, un gruppo di studenti della Harvard University si ritrova alla vigilia del lancio di uno dei social network più popolari di sempre: Facebook. La piattaforma, lanciata nel 2004 da un giovane Mark Zuckerberg, si propone come un luogo d’incontro online per studenti universitari. Facebook diventa in breve tempo un fenomeno mondiale raggiungendo i 500 milioni di utenti in soli sette anni. Negli anni successivi, il social ha integrato sempre più funzioni come il famoso pulsante del “like” fino ad arrivare agli avatar. L’obiettivo di Zuckerberg è chiaro: creare una piattaforma sempre più interattiva che possa riunire le persone e annullare non solo il distanziamento fisico, ma anche quello digitale.
Come si è passati da un social network alla creazione del Metaverso? I primi segnali di cambiamento nel mondo di Facebook risalgono al 2012, quando Mark Zuckerberg acquista Instagram per 1 miliardo di dollari e, dopo due anni, WhatsApp per 19 miliardi di dollari. Le due piattaforme social si sono unite a quelle di Facebook e Messenger, dando vita a Meta il 28 ottobre 2021.
Il nome della nuova compagnia non è un caso, piuttosto un’anticipazione degli sviluppi futuri: Zuckerberg ha studiato Lettere classiche e la parola “Meta” in Greco significa “Oltre”. Prima dell’arrivo del Metaverso, Zuckerberg è stato coinvolto in vari scandali e inchieste: Atlas, Cambridge Analytica e Facebook Papers. Travolto da un’ondata di polemiche, Zuckerberg capisce che è arrivato il tempo del cambiamento. L’inizio di quella che è stata definita come una nuova era dell’internet potrebbe coincidere con una necessità di rebranding: «Negli ultimi decenni – ha scritto il CEO di Meta nella Founder’s Letter 20211 –, la tecnologia ha dato alle persone il potere di connettersi ed esprimersi in modo più naturale. Quando ho iniziato Facebook, per lo più digitavamo testi sui siti web. Quando abbiamo avuto telefoni con fotocamere, Internet è diventato più visivo e mobile. Man mano che le connessioni diventavano piú veloci, il video è diventato un modo più ricco per condividere esperienze». Ha poi concluso: «La prossima piattaforma sarà ancora più coinvolgente, un Internet incarnato in cui ti ritrovi catapultato nell’esperienza senza guardarla solo dall’esterno. Lo chiamiamo Metaverso e coinvolgerà ogni prodotto che costruiamo».
Una delle caratteristiche più interessanti del Metaverso è la mancanza di barriere. Tutto quello che serve per accedervi è una buona connessione a Internet e, in alcuni casi, un visore VR. Al momento, non è ancora possibile visitare il Metaverso di Zuckerberg poiché l’app Horizon Word è ancora in fase di sviluppo. Inoltre, per entrare sarà necessario l’uso di un visore per Metaverso: si tratta del Quest 2 sviluppato da Oculus (azienda proprietà di Meta). Nel frattempo, però, si sono sviluppati altri Metaversi: secondo alcune stime sono circa 40, un numero che è destinato a crescere nei prossimi anni.
Le modalità di accesso e le funzioni variano a seconda della piattaforma. Ecco qualche esempio:
Applicazioni praticheLa società di ricerca e consulenza tecnologia Gartner2 ha previsto che, per il 2026, il 25% delle persone trascorrerà nel Metaverso almeno un’ora al giorno. Già oggi, le applicazioni pratiche del Metaverso sono numerose. Per gli esperti, inoltre, vi sono alcuni ambiti che ne beneficeranno più di altri.
Anche il mondo dell’immobiliare e del design può beneficiare della realtà virtuale. Infatti, tutto quello che può essere progettato, arredato o allestito può essere anticipato nel digitale. Questo vale per edifici da costruire, ambienti da arredare, ma anche pezzi di mobilificio singoli. Il virtuale si adatta all’insegnamento di qualsiasi disciplina. Un occhio particolare è rivolto verso la sperimentazione scientifica perché la realtà virtuale consente ai ricercatori di superare i limiti fisici del movimento nel tempo e nello spazio.
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Se dal lato tecnologico il Metaverso è pronto, o quasi, per gli esperti ci sono alcuni problemi che devono essere risolti prima di garantire un accesso sicuro a tutti gli utenti. In primo luogo, la necessità di stabilire chi lo “governerà”. L’idea più plausibile è quella di affidare la gestione a un’organizzazione senza scopo di lucro. Oltre a ciò, è stata sollevata una questione legislativa: quali leggi vigeranno nel Metaverso e chi le farà rispettare? Al momento, le uniche leggi applicabili si riferiscono ai casi di odio online, minacce e diffamazione, che sono già perseguibili in rete. La criticità aumenta per tutti gli altri crimini legati alla sfera “fisica” poiché questi sono punibili solamente portando una prova tangibile della violenza. Dal lancio del Metaverso, i crimini “fisici” sono quelli più segnalati dagli utenti. Uno dei casi più eclatanti ha coinvolto la ricercatrice americana della società Kabuni, Nina Jane Patel, il cui avatar è stato aggredito sessualmente da un gruppo di personaggi maschili utenti di Horizon World. A oggi, non esiste ancora un “codice penale” del Metaverso. Di conseguenza, tutti gli utenti che accedono possono agire con libero arbitrio. Secondo uno studio di Sensemaker3, il 35% degli italiani ritiene che le regole nel Metaverso debbano essere fissate dalle istituzioni pubbliche reali. Il 28% afferma che dovrebbero essere gli utenti a stabilirle, mentre il 23% le società tecnologiche. Altre problematiche emerse sono strettamente legate agli impatti del Metaverso sulla società. La ricerca ha evidenziato che il 43% degli italiani ritiene che il Metaverso aumenterà ulteriormente il potere delle società tecnologiche rispetto alle istituzioni della vita reale. Secondo il 30% degli intervistati, il Metaverso amplificherà le disuguaglianze economiche e sociali.
NOTE
1 Per approfondire: Founder’s Letter, 2021
2 Scopri di più: Studio di Gartner sull’utilizzo del Metaverso
3 Leggi anche: Ricerca di Sensemakers “Di traverso al Metaverso”