Creatività
19/2/2024

5 consigli per una brochure aziendale che fa la differenza

  • La brochure aziendale è, insieme, biglietto da visita e “messaggero”, nonché spesso il primo touchpoint con possibili nuovi clienti.
  • Per essere vincente, la brochure deve essere progettata in modo strategico, definendo in primo luogo scopi e target.
  • Le informazioni importanti vanno presentate in modo chiaro e conciso. E il design deve essere coerente con l’immagine e i valori aziendali.
  • Attenzione, interesse, desiderio e condivisione: ecco come il celebre modello di marketing AIDA può contribuire a creare una brochure di valore.
  • Che formato scegliere? Molto dipende dal contesto in cui la brochure sarà fruita. E nel dibattito cartaceo vs digitale irrompono le nuove tecnologie…

È spesso il primo contatto

Presentarsi è bene, presentarsi bene è meglio. Sembra un bisticcio di parole, ma è così. Vale sempre, specie a livello professionale. La presentazione aziendale è un fattore cruciale per il successo di qualsiasi attività. In questo senso, creare una brochure aziendale contribuisce a catturare l’attenzione di potenziali clienti. E, non di rado, a illustrare a quelli già acquisiti l’ampiezza della propria offerta. Per far questo, però, la brochure non va improvvisata, rimasticando magari testi già prodotti per altro e pescando dall’archivio le prime foto accettabili. Per essere vincente, la brochure deve essere progettata in modo strategico, facendo risaltare la propria attività e dando la possibilità di differenziarsi dalla concorrenza. Deve intrigare e catturare l’occhio, ma soprattutto dare le informazioni che servono. È, insieme, biglietto da visita e messaggero dell’azienda, nonché spesso il primo touchpoint. Insomma, un elemento prezioso su cui vale la pena investire. Scopriamo, quindi, 5 consigli per creare una brochure aziendale in grado davvero di fare la differenza.

1. Definire scopo e target

Il primo passo nella creazione di una brochure aziendale di successo è definirne lo scopo. Insomma, a cosa serve. Ogni brochure ha il suo obiettivo o i suoi obiettivi da raggiungere, che sia la presentazione della propria azienda a potenziali clienti o la promozione di un nuovo prodotto o servizio. Definendo lo scopo della brochure, è possibile selezionare le informazioni più appropriate da inserire, da presentare in modo chiaro, esaustivo ma anche sintetico, senza ridondanze.
Una brochure ha anche il suo target. A chi è destinata? In questo senso, in fase di progettazione, bisogna dare un volto a chi fruirà del nostro strumento. E provare a capire quali sono i suoi bisogni, le sue esigenze, le sue aspettative. 
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2. Design accattivante e coerente

Se è vero che anche l’occhio vuole la sua parte, ecco che il design della brochure aziendale dovrà essere accattivante, invitando a iniziare e a proseguire la lettura. Il consiglio è di utilizzare colori vivaci ma non troppo saturi, font leggibili, la gusta interlinea e una disposizione ordinata del testo. Ben venga anche il ricorso a immagini pertinenti, infografiche e icone. 
Bella, sì, ma anche funzionale. Le informazioni importanti vanno presentate in modo chiaro e conciso. Inoltre, il design deve essere coerente con l’immagine e i valori aziendali. Ad esempio, se la propria azienda è impegnata nella sostenibilità ambientale, è opportuno utilizzare colori naturali e immagini che rappresentino questo valore.
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3. Conosci il modello AIDA?

Per creare una brochure aziendale vincente viene in aiuto anche il modello AIDA. Sì, proprio la celebre modello di marketing, teorizzato da Elias St. Elmo Lewis, tra i pionieri della pubblicità USA, già a fine ’800. Awareness, Interest, Desire, Action. Ovvero: attenzione, interesse, desiderio e condivisione. Queste 4 parole saranno le punte di diamante che ti permetteranno di andare sempre (o quasi) in gol con i potenziali clienti. Racchiuse nell’acronimo AIDA, indicano le 4 fasi essenziali del processo decisionale d’acquisto. 

  • Attenzione: è il primo passo. La nostra brochure deve essere in grado di richiamare, attrarre con un design accattivante.
  • Interesse: il secondo passaggio è creare interesse per il marchio e i servizi che l’azienda offre.
  • Desiderio: dall’interesse dovrà nascere il desiderio di acquisto, questo lo si otterrà proponendo i vantaggi dei prodotti o servizi dell’azienda.
  • Condivisione: questo è l’assist definitivo, seguendo lo schema dei punti precedenti da potenziale cliente avremo un cliente effettivo.


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4. Scegliere il formato più adatto

Non esiste un formato predefinito per la brochure aziendale.  Ma una scelta non vale l’altra. Stampa fronte-retro? Verticale o orizzontale? O, forse, è meglio utilizzare più pagine? La sfida sta nel trovare la forma e la struttura migliori per veicolare il messaggio che si vuole trasmettere.
Esistono, tuttavia, dei formati che sono più utilizzati dalle aziende rispetto ad altri. Stiamo parlando dell’A3, il più grande, dell’A4, il più diffuso, e dell’A5, il più compatto. Nella scelta vanno considerati vari fattori: in primis, il contesto in cui la brochure sarà fruita. Se la brochure è destinata a una fiera di settore, è consigliabile evitare formati ingombranti, per consentire di essere  comodamente infilata in borsa o in tasca.

5. Analizzare esempi di brochure aziendali di successo

Ultimo consiglio, ma non per importanza: guardarsi attorno. Studiare esempi di brochure aziendali di successo è un’azione cui vale la pena dedicare del tempo. Attenzione: non per copiare. La brochure aziendale, infatti, deve essere originale e unica. Piuttosto, per lasciarsi ispirare, per avere una visione delle tendenze attuali, per approfondire l’approccio scelto da competitor e non. Anche qui lo sguardo strategico omnicanale diventa valore aggiunto. La brochure non deve essere intesa come un elemento a sé stante. Sono l’integrazione e la cooperazione dei vari canali online e offline a fare la differenza. Obiettivo: offrire all’utente un’esperienza coerente e di valore che integra perfettamente il brand e i suoi messaggi all’interno di tutti i canali coinvolti e gli strumenti scelti.
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Cartacea o digitale?

Postilla finale. La brochure aziendale è, di norma, associata all’opuscolo cartaceo. Vero, anche se non deve essere necessariamente così, come già emerso parlando dell’house organ. Sempre più aziende richiedono il formato digitale. Questa scelta è dettata da diversi motivi: da un’attenzione all’ambiente alla possibilità di aggiornamento e distribuzione più agevoli. Anche in questo caso, in fase di progettazione, bisogna chiedersi quale sia la scelta migliore per gli obiettivi, il target e il contesto. Già da qualche tempo, poi, si sono diffusi i cataloghi interattivi. Si tratta di strumenti digitali che, grazie alle nuove tecnologie come il 3D e la realtà aumentata, consentono di interagire e “dialogare” con i contenuti della brochure. Si offrono un’esperienza nuova e immersiva e una panoramica completa della propria realtà o dei propri prodotti, aumentando il valore percepito e il coinvolgimento dell’utente.

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